Le temperature sono ancora basse e a Pechino si sono appena conclusi i XXIV Giochi Olimpici invernali. Sembra essere il clima adatto per fare un tuffo nel passato di alcuni oggetti che oggi sono di uso comune nello sport invernale ma che si sono in realtà evoluti molto recentemente. Le prime olimpiadi invernali, si svolsero negli anni Venti del ‘900 e in quasi cento anni le attrezzature si sono evolute moltissimo, sia per gli atleti per migliorare comfort e performance, sia per il grande pubblico.

 

Dalla scarsa attenzione agli urti alla protezione assoluta

Fino a prima del XX secolo, la sicurezza, nel lavoro, in auto e nello sport non era la priorità. Per esempio, il casco come strumento di protezione contro gli urti che protegge la parte più delicata del corpo umano, non era utilizzato. In generale, il concetto di sicurezza godeva di una minore attenzione rispetto ad oggi, basti pensare all’introduzione della cintura di sicurezza nelle auto introdotto solo nel 1988. Oggi, la medicina e l’ingegneria hanno permesso di ridurre drasticamente gli incidenti sulla strada e negli sport grazie a protezioni all’avanguardia. Queste ultime nello sport, devono essere anche in grado di soddisfare esigenze di performance e adattabilità ai movimenti.

 

Koroyd

Un primo esempio è Koroyd, un casco realizzato a partire da un materiale alveolare.  In caso di urto, Koroyd riesce ad assorbire fino al 48% in più di energia rispetto ai materiali tradizionali protettivi. Inoltre, la struttura alveolare permette all’aria calda di fuoriuscire, garantendo il massimo comfort anche in termini di temperatura e umidità interna. (ne parliamo in modo più approfondito sulla nostra pagina Instagram, seguici!).

 

Arpro

Rimanendo in ambito caschi, si può citare Arpro, un materiale che riesce a combinare resistenza, leggerezza, isolamento termico, resistenza a sostanze chimiche, isolamento acustico e riciclabilità. Su questo materiale, a base di polipropilene, vengono effettuati numerosissimi controlli, garantendo una qualità e un’uniformità senza rivali. Arpro offre alte prestazioni sia in fase d’uso sia in fase di produzione. Infatti, può essere stampato rapidamente con operazioni lineari, producendo meno rifiuti e aumentando la qualità e la precisione del prodotto finale rispetto ai competitor.

 

Slytech Noshock

Molto interessante è inoltre la protezione offerta da Slytech Noshock™. Si tratta di un materiale protettivo caratterizzato da una microstruttura conica esagonale che unisce comfort, leggerezza e tecnologia. Le protezioni realizzate con questo materiale sono adatte ad ogni parte del corpo. Per esempio quelle per la schiena, calzano perfettamente il corpo umano e, con il contatto e il calore della pelle, diventano morbide e flessibili. Al confronto con i competitor, Slytech Noshock vince su tutti i fronti, in particolare per la leggerezza e la traspirabilità, oltre che per la protezione.

 

Dai fogli di giornale all’anti vento per eccellenza: la giacca

Per lo sport invernale, oltre alla protezione dagli urti, è necessaria una protezione dalle basse temperature e dall’umidità. 

Negli anni Quaranta, dopo anni di utilizzo dei maglioni di lana abbinati a fogli di giornale per proteggersi dal vento (uno sul busto e uno sulla schiena), iniziò a diffondersi il concetto di abbigliamento sportivo. In questi anni si diffusero presso il grande pubblico il parka in piuma d’oca e le maglie in nylon, introducendo il concetto di traspirante e impermeabile.

Nei decenni successivi, l’abbigliamento sportivo si è evoluto sempre più verso un’ottica di “seconda pelle” per agevolare i movimenti e resistere ad ogni condizione meteo. Un’importante svolta è costituita dal GoreTex, (politetrafluoroetilene espanso), con cui sono stati realizzate le tute per gli astronauti negli anni Ottanta.

In occasione delle Olimpiadi di Pyeongchang (2018), sono state presentate alcune innovazioni nel campo dei materiali innovativi per lo sport. Queste prevedono in primis la conservazione del calore corporeo, utilizzando la nuovissima tecnologia chiamata H2Flow firmata da Helly Hansen. Questa tecnologia è costituita da sacche d’aria che immagazzinano e ridistribuiscono il calore corporeo che si accumula facendo sport. Il risultato è una situazione di totale perfezione e comfort in termini di temperatura e umidità a contatto con la pelle.

 

Zerowet®

In termini di oleorepellenza e idrorepellenza, leader sul mercato è Zerowet®, un prodotto per tessuti, carta, cartone e molti altri materiali atossico, ecocompatibile, morbido, traspirabile ed elastico. La sua particolarità è la sua capacità di riacquisire la repellenza contro olii e liquidi con un lavaggio ad almeno 50° (si tratta dell’unico prodotto sul mercato che polimerizza a questa temperatura). In particolare, il Zerowet TT FF730 è un prodotto per tessuti naturali e artificiali Fluoro e Formaldeide-free, adatto a vari trattamenti come lo spray, la spalmatura e l’immersione. Infine è unico perchè permette la sua applicazione anche su articoli finiti impiegando basse temperature di asciugatura.

 

Evo® by Fulgar

Nell’ambito dell’abbigliamento sostenibile oltre che performante, si può citare Evo® by Fulgar, un tessuto bio-based leggero, ad asciugatura rapida, anti odore, isolante ed elastico. Evo® è 100% ricavato dai semi di ricino che non si possono mangiare e crescono in zone aride, dove molte altre specie non hanno speranza di vita. La produzione di questo tessuto, inoltre, ha un impatto ambientale minore della poliammide comune (-15% emissione di CO2 e meno acqua). Le sue caratteristiche di leggerezza (-15% rispetto al poliestere), asciugatura rapida (-50% assorbimento di umidità), elasticità e resistenza ad agenti esterni lo rendono adatto all’abbigliamento sportivo.

 

 

Dal legno..al legno! : gli sci

Un ultimo capitolo è dedicato agli sci, i cui antenati erano realizzati in legno. Questi, avevano delle giuntura in filo di ferro e fascette in pelle per farli aderire a comuni scarpe in cuoio. Lo scopo era quello di scivolare sulla neve avendo una maggiore superficie d’appoggio. Successivamente lo sci si è evoluto migliorando in termini di stabilità, durabilità, precisione,  leggerezza, corrispondenza fra movimento e azione. Oggi la forma è  a “sandwich”, in cui i diversi layer corrispondono ad una precisa performance.

 

Recentemente anche la lunghezza dello sci è cambiata, a favore di uno strumento decisamente più corto. Ora è all’incirca quanto l’altezza della persona (prima, negli anni Novanta, era circa il 30% in più). 

Fino agli anni Settanta, il legno era abbinato alla fibra di vetro o al metallo (il più comune ad essere utilizzato era l’Ergal, una lega di alluminio e zinco). Negli anni Ottanta, con la colla epossidica, fu possibile utilizzare tutti e tre gli strati, combinandoli in maniere diverse per ottenere combinazioni adatte allo sciatore. Si aggiunsero alluminio, titanio e fibre di carbonio, andando a sostituire (momentaneamente) il legno.

 

Head

Ad oggi è possibile segnalare gli sforzi di Head, nota marca nel campo dello sci con uno sguardo sempre verso il futuro. Uno dei materiali più recenti è il graphene, noto per le sue caratteristiche di leggerezza e resistenza e sottigliezza. Questo, è 300 volte più forte dell’acciaio ma dello spessore di un atomo, permettendo la produzione di sci leggerissimi e performanti.

 

Opera Skis

Opera skis è un’innovativa startup che ribalta i canoni dei materiali odierni legati allo sci, tornando a proporlo in legno rendendolo innovativo e sostenibile. Nella realizzazione, si associano l’esperienza artigiana e la precisione dei macchinari a controllo numerico. 

Il legno che compone la maggior parte dello sci a partire dall’anima, è a filiera corta, di paulownie coltivate localmente. Gli incollaggi si realizzano tramite riscaldamento e non tramite colle, oli e acqua. Inoltre il brevetto Wood Evolution™, permette di utilizzare il legno anche per il topsheet (lo strato superficiale) dello sci, incrementandone le performance e la durabilità eliminando completamente l’utilizzo di inchiostri e materiali plastici.

Conclusioni

Sebbene siano citati solo alcuni materiali innovativi, è evidente quanto la tecnologia abbia fatto passi in avanti nel settore dell’abbigliamento sportivo, che in inverno, ha anche la sfida delle basse temperature da vincere.

In generale si evince sempre di più una tendenza a realizzare un prodotto, una composizione o un materiale che sia contemporaneamente adatto per un singolo scopo ma che risolva più problematiche insieme con l’obiettivo comune di mettere sempre di più l’ingegneria dei materiali al servizio delle esigenze umane. Questo è uno dei capisaldi da cui le ricerche e consulenze MATto, hanno origine.

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