Occhiali in canapa stampati 3D, occhiali da cotone e legno, occhiali da barbabietole da zucchero, occhiali da amido di mais e oli esausti: ecco le nuove frontiere dei materiali per le nostre future montature. Sperimentazioni materiche, riciclo a fine vita, biodegradabilità o addirittura compostabilità, sono valori chiave che caratterizzeranno d’ora in poi il settore dell’eyewear a favore del sustainable fashion.

R&D nell’occhialeria: bioplastica, stampa 3D e campagne di crowdfunding

L’ultima tendenza per gli occhiali arriva da Crafting Plastic! (CP!), studio multidisciplinare di Berlino che ricerca bioplastiche compostabili. I designer Vlasta Kubušová  e Miroslav Král, in collaborazione con il Prof. Pavel Alexy dell Slovak University of Technology in Bratislava, hanno sviluppato per le loro montature una bioplastica composta principalmente da PLA, amido di mais e PHB da oli da cucina esausti. Il composto è stabile e ha ottime caratteristiche tecniche. Gli occhiali di CP! sono monomaterici e a fine vita diventano compost in circa 90 giorni, senza lasciare traccia nell’ambiente. Grazie alla stampa 3D, alimentata da risorse rinnovabili, anche i metodi di lavorazione e produzione hanno un impatto minimo. Workshop pratici e dimostrazioni sono a disposizione dei clienti, per meglio comprendere i materiali e i processi produttivi. Efficienti operazioni di crowdfunding continuano a sostenere le

ricerche per l’ulteriore evoluzione del progetto, dimostrando anche la validità di nuove piattaforme di finanziamenti.

In Italia, Giovanni Milazzo e Antonio Caruso, fondano la star up Kanesis per la ricerca, lo sviluppo e la sperimentazione di bioplastiche con materiali organici. Partendo dalla canapa propongono un filamento termoplastico con elevate prestazioni tecniche, adatto alla stampa 3D. Le prime montature per occhiali realizzate con questo materiale sono state sviluppate con il sostengo della loro campagna Kickstarter, attuata per autofinanziare ulteriori studi sull’uso delle biomasse di scarto. Le montature così realizzate con materiali provenienti dalla canapa, sono leggere e resistenti, caratterizzate dal colore autentico della materia prima, stampate 3D ed assemblate con solo due viti esterne.

I designer danesi Mai-Britt Seaton e Morten Seaton, dal 2009, propongono i Monkeyglasses. Come in passato, i materiali utilizzati ad imitazione di legno, corno e metallo sono in verità di acetato di cotone e legno biodegradabili. Le lastre sottili di acetato vengono lavorate a mano e grazie al programma Zero Waste gli scarti di produzione vengono trasformati in accessori e gioielli.

Anche l’italiana Mazzucchelli 1849 ha inserito tra i materiali del proprio catalogo l’acetato di cellulosa M49. Questa nota azienda producendo sia semilavorati che materie prime, consente la diffusione della propria formula innovativa M49 ad aziende più piccole, ma ugualmente interessate alla sostenibilità e alla elevata qualità del prodotto, come la torinese 011eyewear.

Il settore dell’eyewear può quindi essere considerato in concreta e continua evoluzione a favore della sostenibilità ambientale, della ricerca nei materiali all’avanguardia, nel controllo del ciclo di vita dei prodotti, nell’ eticità del lavoro e del consumo.  Styling accattivante, metodi di produzione innovativi, crowdfunding, start up e pop up shop, gli occhiali del futuro sembrano davvero rappresentare un barlume di speranza per il mondo del fashion!

Per scoprire altri progetti a favore del sustainable fashion ad elevate prestazioni, leggete il nostro articolo su Heattech!

 

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